Dismorfofobia


La dismorfofobia è un disturbo che può comparire a partire dai 12 anni e perdurare sino ad oltre i trenta; più che ad una vera e propria fobia in cui domina la paura per un oggetto fobico, è assimilabile a un’idea ossessionante in cui l’individuo si preoccupa e si vergogna eccessivamente di una parte del suo corpo nonostante che questa rientri nei canoni di normalità.

Le preoccupazioni possono riguardare la propria figura come nel caso dell’obesità, della magrezza nei ragazzi, considerata segno di debolezza, e della statura o parti del corpo come le natiche, le cosce e la pancia, spesso vissute troppo grosse rispetto agli stereotipi sociali. Anche alcuni caratteri sessuali possono essere oggetto della dismorfofobia.

Nel DSM-V questo disturbo viene denominato "Disturbo di Dismorfismo corporeo" ed è inserito nella categoria "Disturbo ossessivo compulsivo e Disturbi correlati".

 

  • EZIOLOGIA

 Per quanto riguarda l’origine delle dismorfofobie sono state fatte diverse ipotesi.

 L’ipotesi biologica propone come causa le trasformazioni della pubertà e quindi la percezione di un corpo in continua e rapida trasformazione.

Si ipotizza anche un’origine sociale legata sia agli stereotipi sociali considerati vincenti, sia al confronto con i coetanei. Anche la situazione familiare può favorire l’insorgenza di questo disturbo, come nel caso di una madre che rifiuta i cambiamenti puberali del figlio e assume un atteggiamento svalorizzante nei confronti di tali cambiamenti.

Secondo la Psicoanalisi le dismorfofobie non strettamente legate ai cambiamenti del corpo costituiscono una simbolizzazione del conflitto principale che caratterizza l’adolescenza, legato al processo di individuazione-separazione: il corpo dunque sarebbe una specie di oggetto transizionale sul quale andrebbero a scaricarsi le pulsioni libidiche e aggressive in attesa della comparsa di un oggetto relazionale esterno adeguato che soppianti del tutto i genitori.