I MECCANISMI NEUROFISIOLOGICI DELL'ANSIA
Un primo passo verso la scoperta dei meccanismi cellulari alla base dell’ansia è stato fatto studiando l’effetto di queste sostanze sul GABA di cui già si sapeva essere un neurotrasmettitore inibitorio. Il GABA, applicato alla superficie dei neuroni del cervello o del midollo spinale di un gatto produceva inibizione.
Nel 1977 due gruppi di ricerca indipendenti scoprirono nel cervello l’esistenza di recettori specifici per le benzodiazepine. Questa scoperta consentì uno studio a livello molecolare sull’effetto del librium e del valium.
Fu scoperto così che la forza relativa con cui le differenti benzodiazepine si legavano alle membrane corrispondeva strettamente alla loro capacità ansiolitica.
Altri studi misero in evidenza che GABA e valium stimolavano reciprocamente il legame con i loro siti di riconoscimento. Venne quindi dimostrato che i siti di riconoscimento del GABA e del valium erano diversi ed erano localizzati sulla stessa grossa molecola proteica.
Le benzodiazepine stimolano i recettori del GABA facilitando le attività (inibitorie) di quest’ultimo a livello delle sinapsi. Questi recettori sono maggiormente concentrati nell’amigdala e nel sistema limbico in generale.
Inoltre il fatto che sostanziali assembramenti di recettori si trovino in tutta la corteccia cerebrale fa pensare che l’effetto sedativo delle benzodiazapine sia dovuto al legame con questi recettori.
E’ probabile che le benzodiazepine facciano parte di un meccanismo naturale che regola normalmente i vari tipi di stati emotivi che si alterano nei pazienti ansiosi.
E’ stato infatti notato che alcuni farmaci, le CARBOLINE, prodotti di recente, si legano ai recettori delle benzodiazepine provocando un effetto opposto, e cioè una forma estrema di angoscia e di panico.
In seguito altre ricerche portarono alla scoperta di recettori dei sedativi-convulsivanti.
Da un esperimento risultò che meprobamato e alcol, ma non le benzodiazepine, entravano direttamente in competizione con con i convulsivanti in corrispondenza dei loro siti di legame che oggi sono definiti recettori dei sedativi-convulsivanti. Anche questi sedativi, come le benzodiazepine, facilitano gli effetti del GABA.
Fu quindi ipotizzato che i recettori del GABA, dei sedativi- convulsivanti e delle benzodiazepine, fossero su un’unica grossa proteina. I recettori del GABA e delle benzodiazepine si troverebbero su una sub-unità della proteina, mentre quelli dei sedativi-convulsivanti si troverebbero su un’altra subunità vicina a quella. Inoltre questi recettori possono interagire tra di loro (il che spiegherebbe la tolleranza incrociata).
Questa teoria è stata recentemente confermata dalla scoperta di E. Barnard, il quale ha anche scoperto che questa proteina è sensibile agli ioni cloruro. Essa infatti contiene anche il canale per gli ioni cloruro; quando una molecola di GABA si lega al suo recettore si ha una modificazione conformazionale della proteina, che allarga il canale per gli ioni cloruro, con un maggior afflusso di essi dentro il neurone e conseguente iperpolarizzazione.
Scritto da: Dr. Alessio Penzo