FOBIE DEL BAMBINO
Le fobie sono paure eccessive e apparentemente ingiustificate per un oggetto o un evento il cui contatto provoca uno stato di forte ansia o angoscia.
Nonostante che il confine sia sfumato, la fobia si distingue dalla paura perché, a differenza di quest’ultima, non scompare di fronte a una verifica della realtà; essa si differenzia anche dal delirio per il fatto che la persona fobica è perfettamente consapevole dell’irrazionalità dei suoi timori.
Nei bambini l'ansia può essere espressa piangendo, con scoppi d'ira, con irrigidimento o con l'aggrapparsi a qualcuno.
- LA PAURA
Le paure sono assai frequenti e varie nel bambino; ne sono esempi la paura del buio (spesso presente dai 18 mesi ai 2 anni), la paura degli estranei (verso l’ottavo mese), la paura di animali, dei fantasmi e orchi ecc.
Verso gli otto anni può comparire la paura esistenziale e della morte (espressa direttamente o attraverso atteggiamenti ipocondriaci).
La sperimentazione di queste paure è legata a molteplici fattori tra cui l’emergere del sentimento di individualità, di un io che occorre difendere; vediamo infatti che i bambini psicotici non sembrano essere coscienti delle situazioni pericolose in cui spesso si mettono. Un altro fattore è il clima familiare che può facilitare l’insorgere di tali paure e l’apprendimento.
- LE FOBIE
La fobia si costituisce quando la paura che invade l’Io del bambino è di tale intensità da ostacolare in modo compromettente le sue capacità adattive ed evolutive.
In riferimento alla teoria psicoanalitica si fa la distinzione tra fobie arcaiche o pregenitali e fobie del periodo edipico, che pur manifestandosi in modo simile hanno alla base uno stadio maturativo dell’Io, meccanismi di difesa e un rapporto di dipendenza dall’ambiente molto differenti, e coinvolgono dinamiche psichiche differenti.
- FOBIE ARCAICHE O PREGENITALI
Si tratta di fobie di oggetti o situazioni che determinano un intenso stato di angoscia con tutti i sintomi somatici che ad esso si accompagna. Tali fobie sembrano essere legate all’incapacità da parte dell’Io nascente del bambino di elaborare adeguatamente l’angoscia; il bambino inoltre non presenta meccanismi difensivi validi come l’evitamento dell’oggetto fobico e oggetti controfobici e l’unica possibilità che ha per scaricare questo stato di tensione è a livello motorio, con intense crisi di collera, di agitazione e automutilazione.
- FOBIE DEL PERIODO EDIPICO
Le fobie del periodo edipico sono quelle che compaiono nella seconda infanzia, nell’età compresa tra i 2 e i 7 anni; le dinamiche psichiche coinvolte in tali fobie sono diverse da quelle coinvolte nelle fobie pregenitali. Gli oggetti di tali fobie sono pressoché infiniti.
Le fobie vengono interpretate in modo diverso a seconda dell'approccio teorico considerato.
Secondo la psicoanalisi la fobia è il prodotto dei meccanismi di difesa dell’Io che, con i meccanismi di difesa di rimozione e spostamento, sposta l’angoscia legata all’oggetto originario rimosso su un oggetto sostitutivo più facile da evitare. In questo stadio evolutivo quindi, a differenza delle fobie pregenitali, l’Io del bambino è in grado di attuare delle elaborazioni difensive dell’angoscia legata all’oggetto originario utilizzando i meccanismi dello spostamento e della rimozione.
Secondo i comportamentisti invece la fobia è il risultato di un cattivo apprendimento, ossia di un’associazione tra uno stimolo neutro e uno stato emotivo di angoscia.